Donne arabe e pube depilato: dagli orientalisti ad Afrodite fino alla blogger Aliaa
ROMA – La mostra che si terrà fino al prossimo 22 gennaio al Chiostro del Bramante a Roma “Orientalisti – Incanti e sculture nella pittura dell’800 italiano”, in una cartolina promozionale pubblica “Idillio a Tebe” di Giulio Viotti del 1872 . Nel quadro, l’”orientalista” Viotti mostra la sensualità di una donna vista attraverso gli occhi degli occidentali, in viaggio tra Africa mediterranea ed Oriente.L’opera in questione, condivide con alcune foto pubblicate dalla blogger “laica, liberale, femminista, vegetariana, individualista” ed egiziana Aliaa Magda el Mahadi un particolare: le parti intime depilate.
Sembra infatti che la depilazione del pube, pratica oramai diventata diffusissima tra le donne di tutto il mondo, sia nata in Oriente secoli fa per un fatto di igiene. Questa usanza è poi rimasta all’interno della “pudica” cultura orientale che almeno in questo caso ha anticipato una tendenza che sarebbe poi diventata moda anche qui in Occidente.
La tradizione antichissima della depilazione del pube è descritta anche in “Afrodite” di Pierre Louys. Il libro, considerato dalla critica francese il migliore dei romanzi parnassiani, colpisce per la sensualità delle sue scene così come per l’estrema ricercatezza dello stile e delle descrizioni. La trama: nell’antica Alessandria d’Egitto, lo scultore Demetrios, amante della regina Berenice, è l’uomo più desiderato. Ma lui in realtà vuole solo la cortigiana Chrysis e per conquistarla compie un triplice delitto rubando per lei tre oggetti sacri alla dea Afrodite.
Il romanzo ha a che fare con il tema dell’erotismo e del delitto passionale dunque. In un passaggio, si legge: “..si inginocchiò davanti alla sua amante, e rase il pube in modo che la ragazza assumesse le nudità di una statua”. Questo descrizione, in una edizione del 1912 è anche accompagnata da un’illustrazione che mostra per l’appunto un pube depilato. Tutto questo a conferma, se le informazione descritte nel libro fossero storicamente esatte, che la tradizione dell’assenza dei peli in quella parte del corpo è davvero molto antica in Oriente.
Aliaa, la blogger nuda che sfida l’Egitto: gli scatti vanno a ruba
IL CAIRO – Si definisce “laica, liberale, femminista, vegetariana, individualista, egiziana”. Il suo nome, vero, come ci tiene a precisare sul suo account twitter, è Aliaa Magda el Mahadi e da quando, in nome della libertà di espressione, ha postato la sua foto nuda sul suo blog, è diventata una celebrità. In rete una bufera di commenti. Molti sostengono il coraggio della sua provocazione, altri la giudicano una ingenua, parecchi ne contestano lo scopo rivoluzionario. Quello che è certo che fino ad oggi oltre 100mila persone hanno cliccato sul suo blog per vedere le immagini. La ventenne del Cairo, studentessa alla American university, ha postato otto foto di nudi sul suo blog sotto il titolo ‘fan a’ry’ (arte nuda). Nella prima lei appare completamente nuda, in una immagine ingenua anche se indossa calze autoreggenti e ballerine rosse. Nell’ultima appare nella stessa posa, ma con pecette gialle che le coprono le parti intime, la bocca e gli occhi.“Ho scattato la foto io stessa nella casa dei miei genitori”, rivela Aliaa su twitter. La giovane studentessa che si definisce atea dall’età di sedici anni spiega che gli adesivi gialli rappresentano “la censura sulla nostra conoscenza, la nostra espressione e la nostra sessualità”. Sulla sua pagina facebook dice che il suo è “un grido contro la società della violenza, del razzismo, della molestia sessuale e dell’ipocrisia”.
I commenti su Twitter impazzano e molti sono critici di una iniziativa senza precedenti, in un paese nel quale si sta diffondendo sempre di più una interpretazione rigida dell’Islam e nel quale continuano ad aumentare il numero delle donne in niqab, il velo integrale, soprattutto dopo la rivoluzione. Delle centinaia di messaggi che continuano ad arrivare in rete, alcuni si congratulano con Aliaa per il suo coraggio ma molti mettono in dubbio che la sua iniziativa possa davvero servire a migliorare la condizione della donna in Egitto e nel mondo arabo.
Molti dei commenti esprimono anche preoccupazione che le foto di nudo possano irrompere nella campagna elettorale egiziana. “Speriamo solo che gli sheikh salafiti non se ne accorgano. Altrimenti accuseranno di questo tutti i liberali e i laici”, scrive uno, mentre un altro posta il seguente messaggio: “questa è la faccia del secolarismo”. “Sono completamente a favore dei diritti delle donne, ma #NudePhotoRevolutionary da un punto di vista laico è una stupidaggine. Come pensiamo di ottenere rispetto cosi?” si chiede una internauta su twitter.
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