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Arte e omosessualità


Arte e omosessualità o meglio ancora tematiche omosessuali nell'arte, non arte omosessuale, vi proponiamo alcune considerazioni sull'argomento scaturite dalla mostra tenutasi a Firenze a cavallo tra 2007 e 2008 dopo che era stata silurata dalla giunta Moratti del comune di Milano, città dove doveva tenersi inizialmente.

Prima di tutto voglio chiarire il perchè della precisazione con cu ho aperto l'articolo, spesso mi è capitato di leggere l'espressione arte omosessuale, quasi altrettanto spesso ho letto che la definizione arte omosessuale nel migliore dei casi è insensata, nel peggiore è stupida, io ovviamente propendo per la seconda ipotesi e anzi direi che è ghettizzante. Non ha senso parlare di arte omosessuale come non ha senso parlare di arte maschile o femminile, l'arte è arte, meglio parlare di tematiche omosessuali nell'arte o di arte e omosessualità. Il termine arte omosessuale propone dei problemi interpretativi non indifferenti, a cosa ci si deve riferire arte prodotta da omosessuali o opere che trattino tematiche omosessuali? E ancora: includendo nel novero dell'arte omosessuale qualsiasi opera prodotta da un artista omosessuale, si rischia di sovrastimare un particolare della biografia dell'artista e andare a scovare nella sua opera codici e simboli partendo da questo pregiudizio.
Faccio un esempio terra terra: un ragazzo da giovane vede alcuni carabinieri che picchiano selvaggiamente un fermato inerme, anni dopo questi ragazzo è diventato uno scrittore di successo, dichiara pubblicamente la sua omosessualità, nei suoi libri descrive spesso carabinieri violenti e corrotti, qualcuno subito ipotizzerà che lo faccia perchè quella dei carabinieri è una categoria universalmente considerata destrorsa e omofobica, voi conoscendo il fatto vissuto in giovinezza a cosa attribuireste il suo modo di presentarli? Intepretare le opere basandosi su inferenze derivate dalla conoscenza del vissuto dell'autore non è sbagliato in assoluto, naturalmente, ma bisogna stare attenti a non eccedere, e soprattutto se lo si fa bisogna essere sicuri di conoscere davvero bene il vissuto dell'autore in questione e non partire da un particolare. Tra l'altro è vero anche l'opposto, se non è detto che un autore omosessuale debba fare delle omosessualità il fulcro tematico della sua arte, non è neanche detto che chi si occupa di tematiche omosessuali debba essere omosessuale.
Nella già citata mostra che si è tenuta a Firenze si parla di autori moderni, cioè di autori, e nello specifico in maggioranza fotografi, che quindi hanno potuto esprimere certe tematiche con una certa libertà.
Vi forniamo link dove ammirrare il lavoro di un paio di questi maestri che hanno voluto rappresentare l'omosessualità in maniera più o meno esplicita nella loro arte.
Herb Ritts
Californiano, morto nel 2002, forse di AIDS (la famiglia ha smentito).
Fotografo che ha introdotto il glamour maschile nella moda, con foto di uomini palestrati in pose plastiche chiaramente ispirate all'arte greca classica.
Molto popolare anche nel mondo dello spettacolo, ha fotografato moltissimi divi, e diretto video musicali molto famosi e spot pubblicitari. La sua carriera iniziò con alcune foto scattate all'amico Richard Gere durante una gita nel deserto.
Robert Mapplethorpe
Un'avvertenza: alcune foto di Mapplethorpe includono primi piani di genitali maschili, se la cosa vi può offendere siete avvisati. La sua arte si è divisa tra foto a persone che da lì a poco sarebbero diventate famose e foto di nudo maschile, spesso omoerotico. espressione della (sotto)cultura omosessuale di New York di cui faceva parte. Morto stroncato dall'AIDS nel 1989.
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